Le
gare prima della Champions sono sempre insidiose, ancora di più quando ad
attendere la Juve è il difficile ottavo di finale contro l’Atletico Madrid. Per
fortuna, però, stavolta l’avversario era morbido, un Frosinone reduce dalla
sorprendente vittoria a Marassi contro la Sampdoria, ma apparso subito
impalpabile e incapace di frenare una Juventus in palla, concentrata e decisa a
divertirsi. Con il rientro di Chiellini e Bonucci in difesa e di Dybala in avanti,
Allegri ha, probabilmente, provato la formazione anti Atletico e le risposte
non sono mancate. Il numero 10 è tornato al gol dopo mesi, grazie a uno
splendido tiro da fuori area, e la coppia difensiva si è dimostrata già pronta
alla battaglia. A coronare il tutto, il solito Ronaldo che ha timbrato, puntualissimo,
il cartellino, portandosi a 19 reti in Campionato. Certo, il test non era
probante, ma la Juve vista ieri sera è una squadra che sta crescendo
fisicamente, che ha vinto 3-0 due partite consecutive, consapevole della
propria forza e più cinica del passato, il cui unico rischio è l’eccessiva
sicurezza e i blackout (spesso dei singoli) che, ancora, ogni tanto mettono in
pericolo l’equilibro della formazione.
LE
PAGELLE:
Szczesny
6:
Ha tutta la serata per riflettere e godersi la partita, vista che gli unici pericoli
arrivano da qualche punizione. Passa più tempo a incoraggiare e a richiamare i
compagni che a difendere la porta. Relax.
Cancelo
6: Fa
ciò che vuole in campo, concedendosi, spesso, giocate che deliziano gli spettatori,
ma a partita quasi finita rischia di farsi buttare fuori. Leggasi i blackout dei
singoli di sopra. Incosciente.
Bonucci
6.5: Vista l’assenza ingiustificata dell’attacco avversario, può
concedersi qualche giocata alla Pjanic e segna anche il 2-0, da vero condor
dell’area di rigore. I problemi fisici sembrano superati del tutto. Ritrovato.
Chiellini
6.5: Per lui, c’era ancora più ansia che per Bonucci, ma il capitano
ha fatto vedere di essere pronto per Madrid. Un ottimo allenamento che scaccia
i fantasmi, ma che conferma l’inevitabile bisogno di gestirlo in maniera
intelligente. Necessario. Dal 70’
Caceres SV: Passeggiata.
De
Sciglio 6.5: Comincia a sinistra, finisce a destra e, in tutti
e due i casi, non fa altro che confermare la sua crescita fisica e psicologica.
Jolly.
Bentancur
6: Partita
diligente, sia in copertura che in impostazione. Gioca in modo ordinato, ma si
fa frenare dal ritmo blando degli avversari e del match. Pigro.
Emre
Can 6.5: Combatte anche per gli altri, dandone e prendendone tante, ma
non si scompone e va avanti nella sua partita tosta, facendo tanta legna. Roccia.
Khedira
6.5: Dopo i due pali col Parma e il gol contro il Sassuolo,
meritava di segnare ancora, ma Bonucci glielo ruba a gamba tesa. Un po’ più
affaticato delle precedenti partite, ma fa sentire la sua presenza sua dietro
che negli inserimenti in attacco. Prezioso. Dall’81’ Pjanic SV: Sgambata.
Dybala
7.5: In tanti lo aspettavano e lui non si è fatto attendere,
segnando un gran gol dopo pochi minuti. È una spina costante per la retrovia
del Frosinone a cui non dà punti di riferimento, muovendosi lungo tutto il
campo, anche quando viene spostato come seconda punta. Tante giocate da
lustrarsi gli occhi, ma il palcoscenico non era dei più difficili, quindi è
atteso da una conferma più pesante. Joya.
Mandzukic
6.5: Dei tre in avanti, è quello che, come sempre, si sacrifica di
più, tenendo in equilibrio gli schemi della squadra. Anche quando si fa male,
stringe i denti e continua a correre, facendosi vedere dappertutto. Gli manca
solo il gol. Grintoso.
Cristiano
Ronaldo 7: Alterna un’ossessiva ricerca del dialogo con
Dybala al solito tiro al bersaglio in porta, trovando il gol nel secondo tempo.
Come sempre, mette lo zampino in tutte le azioni da rete, così che la Juventus
non può prescindere dalla sua capacità di tenere palla e di impostare in
avanti, nonché di finalizzare con un cinismo da record. Attendiamo il primo gol
su punizione. Implacabile. Dal 64’
Bernardeschi 6: Prova pure lui a partecipare al festival del gol, ma è meno
fortunato dei compagni e, forse, anche meno altruista.