Dopo un delicato preambolo in cui Darabont sembrerebbe volerci immergere nella vita dei sopravvissuti, nelle loro paure, perfino nelle loro speranze (pensando ai genitori, le due sorelle si chiedono se magari in Florida la situazione non sia poi così drammatica come da loro), lo spettatore viene riportato nel cuore della storia insieme a Rick e compagni tornati in città alla ricerca di Merl. Anziché lui, però, incontreranno un altro gruppo di sopravvissuti che come loro cercano di sopravvivere all’Apocalisse. Dopo un inizio non proprio dei migliori, con i due gruppi che si fronteggiano come bande metropolitane contendendosi la sacca con le armi che Rick aveva perso al suo arrivo ad Atlanta, si scopre che in realtà anche gli altri sono dei “disperati” che si prendono cura di alcuni anziani abbandonati in una casa di cura.
Nonostante ciò, questo quarto episodio è comunque importante perché riassume quanto costruito fino a oggi: un inizio lento, con poca azione, molti dialoghi, e poi una escalation che porterà a un finale drammatico in cui i primi sopravvissuti cadranno vittime degli zombie. La puntata sembra costruita quasi come una trappola: dapprima Darabont & Co. sembrano voler rassicurare gli spettatori con scene familiari, per il gruppo di Rick tutto inaspettatamente fila liscio, perfino quando si imbattono in quella che sembra una pericolosa gang di latino-americani, alla fine minacce e duelli lasciano spazio a strette di mano e parole rincuoranti; ma poi, quasi a voler fare della prima parte della puntata la classica quiete prima della tempesta, fanno scatenare i mostri che così tornano al loro primordiale ruolo di mangia uomini.
Adesso che il loro rifugio è stato violato, esisterà un altro luogo sicuro dove resistere?
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