Gli spettatori che la settimana scorsa hanno considerato l’esordio di The Walking Dead lento e poco action, saranno forse rimasti più soddisfatti del nuovo episodio andato in onda ieri su Fox, in cui ritroviamo lo sceriffo Rick barricato dentro un carro armato mentre fuori le orde degli zombie si moltiplicano.
Apparentemente senza speranza, in suo soccorso arriva un altro gruppo di sopravvissuti che riesce a tirarlo fuori e a portarlo in salvo. Da qui parte una corsa angosciante verso una salvezza insperata, ricca di omaggi agli zombie-movie di Romero (il gruppo è assediato dentro un grande magazzino) e di momenti di altissima suspense, che porterà finalmente i nostri eroi lontani da Atlanta.
Secondo episodio e secondo punto a favore di Darabont che continua nella strada tracciata già all’inizio: ancora una volta gli zombie non sono altro che il motivo scatenante di conflitti tra gli esseri umani. Pur nella loro feroce fisicità, sfondano vetrine e abbattono cancelli, i mostri di Darabont rimangono degli strumenti per analizzare la psiche umana e la sua reazione a una situazione al limite come quella in cui si trovano i sopravvissuti. Emblematica in tal senso la scena della rissa sul tetto dell’edificio in cui, mentre le strade sono ormai invase dagli zombie, si trovano ancora i pretesti per insulti razzisti o per decidere “chi comanda”.
Nonostante in questo episodio si sottolinei spesso come il mondo non sia più quello di prima, come regole e leggi non esistano più, Darabont sembra invece volerci dire che l’uomo non è cambiato. Egoismo, rabbia, frustrazione e voglia di rivalsa sono rimasti tali e in quella determinata situazione diventano armi più pericolose degli stessi zombie.
La prospettiva che il regista ci da dell’uomo è avvilente: i personaggi della moglie di Rick e del collega (adesso amanti) hanno lo spessore di un foglio di carta e al momento si riesce a provare simpatia soltanto per Rick e Glenn, il ragazzo asiatico che lo guida fuori dal carro armato e che poi lo aiuta nella fuga finale di Atlante, ma giusto perché sembrano le persone con più buon senso. Non sembra ci siano eroi in questo The Walking Dead, ma soltanto uomini in cerca di una nuova casa e desiderosi di ristabilire l’equilibrio perso con il ritorno in terra dei morti.
A conferma dell’ottimo lavoro di Darabont e del clamoroso riscontro di pubblico (negli Stati Uniti i primi due episodi sono stati seguiti da circa nove milioni di telespettatori) la casa di produzione AMC ha già annunciato la produzione di una seconda stagione composta da 13 episodi.
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