Il primo horror targato Universal risale al lontano 1925 con la trasposizione cinematografica del romanzo di Gaston Leroux, Il fantasma dell’Opera, in cui lo spaventoso personaggio di Erik, musicista geniale ma deforme che vive nascosto nei sotterranei dell’Opera di Parigi, è interpretato da Lon Chaney. Il film, muto ma straordinariamente ricco di atmosfera e pathos, rappresenta l’inizio di una storia lunga e leggendaria che ha portato la grande casa di produzione americana a divenire l’icona stessa del cinema horror.
Visto il clamoroso successo del film, i produttori della Universal decisero di girare alcuni seguiti: il primo fu La figlia di Dracula (1936) in cui l’attrice Gloria Holden è la Contessa Marya Zaleska, la figlia di Dracula, che nel tentativo di “guarire” dal vampirismo trasmessole dal padre finirà per morire, mentre nel 1943 fu la volta di Il figlio di Dracula in cui Lon Chaney Jr. interpreta il Conte Alucard (Dracula al contrario), vampiro che porta scompiglio e morte nella Lousiana.
Come avvenne per Dracula, anche per il personaggio partorito dalla fantasia di Mary Shelley si aprirono immediatamente ulteriori strade di successo che l’Universal non si lasciò sfuggire, producendo già nel 1935 La moglie di Frankenstein, ideale seguito del primo film in cui il dottor Henry Frankenstein, scampato all’incendio del mulino alla fine del primo film, è costretto a riprendere gli esperimenti e a dare vita questa volta a una Creatura femminile. Quattro anni più tardi fu la volta di Il figlio di Frankenstein (1939), ultimo film della serie che Boris Karloff accettò di girare e che vede come protagonista il figlio di Henry Frankenstein, Wolf, che torna nel castello del padre per riprendere gli esperimenti, ma morirà per mano della stessa Creatura manovrata dal perfido servo Ygor (Bela Lugosi) in cerca di vendetta. Sia questo film che il precedente, accentuarono l’attenzione sulla stato di “diversità” della Creatura che pur assumendo sempre più sembianze umane, alla fine si troverà a fare i conti con la propria mostruosità.
Nonostante il rifiuto di Karloff di girare altri film della serie, la saga di Frankenstein non si fermò e l’attore inglese fu sostituito da Lon Chaney Jr. in Il Terrore di Frankenstein (1942), in cui Ygor (interpretato sempre da Bela Lugosi) riporta in vita la Creatura chiedendo poi aiuto all’altro figlio di Henry Frankenstein, Ludwig, per (apparentemente) riparare agli errori del genitore. L’anno seguente uscì nella sale Frankenstein contro l’Uomo Lupo di Roy William Neill in cui Bela Lugosi finalmente realizzò il suo sogno di interpretare la Creatura; nel 1944 fu la volta di Al di là del mistero e infine nel 1945 fu girato La casa degli orrori. Come ogni saga che si rispetti, anche Frankenstein finì nella allegra giostra delle parodie e così nel 1948 Gianni e Pinotto (Abbott e Costello negli Stati Uniti) furono i protagonisti di Il cervello di Frankenstein in cui i due sprovveduti amici liberano Dracula e la Creatura di Frankenstein imprigionati da anni in alcune casse.
Terminata l’ispirazione letteraria, la fucina orrorifica non si fermò e prendendo spunto dalla storica apertura della tomba di Tutankhamon avvenuta nel 1922, l’Universal portò sul grande schermo la leggenda di La mummia di Karl Freund (già Direttore della Fotografia del Dracula di Browning), in cui il protagonista è ancora una volta Boris Karloff nei panni del sacerdote Im-Ho-Tep, mummia risvegliata da un’antica maledizione scritta su una pergamena. Come ormai abitudine, anche questa pellicola ebbe talmente successo che inaugurò un nuovo ciclo di film: nel 1940 fu girato La mano della mummia in cui il protagonista è Tom Tyler; due anni più tardi è la volta di La tomba della mummia in cui Lon Chaney Jr. esordisce nei panni della mummia; nel 1944 escono nelle sale L’Ombra della Mummia e La Maledizione della Mummia con John Carradine e ancora una volta Lon Chaney Jr. nei panni della mummia. Infine, nel 1955, Gianni e Pinotto ci riprovano in Il mistero della piramide con Eddie Parker nella parte della mummia e i due nostri amici coinvolti in un caso di omicidio.
Il periodo magico della Universal non si limitò soltanto al genere horror, ma oltrepassò i confini della fantascienza grazie al ciclo di film dedicati al personaggio dell’Uomo Invisibile: il primo fu girato da James Whale (lo stesso regista di Frankenstein) nel 1933 e narra la storia del dott. Jack Griffin (Claude Rains) che, scoperto il modo di rendersi invisibile, viene travolto dalle sue stesse manie di onnipotenza. Ben presto anche L’uomo invisibile divenne un’icona cinematografica e così, puntuali, ecco arrivare i seguiti: Il ritorno dell’Uomo Invisibile del 1940 con un giovane Vincent Price nel ruolo di protagonista; nello stesso anno esce La donna invisibile con John Barrymore e Virgina Bruce nel ruolo della donna invisibile; due anni più tardi esce nelle sale Joe l’inafferrabile in cui il protagonista (l’attore Jon Hall) è il nipote del dott. Griffin del primo film; nel 1944 esce La Rivincita dell’Uomo Invisibile in cui il protagonista è ancora Jon Hall nello stesso ruolo del precedente film. Infine, il ciclo si chiude con le immancabili parodie di Gianni e Pinotto in Il cervello di Frankenstein (ancora lui!) e Gianni e Pinotto contro l’Uomo Invisibile.
Lo straordinario lavoro della Universal si chiude negli anni ’50, quando fu lanciata l’ultima icona horror: il mostro della Laguna Nera. Il primo omonimo film risale al 1954 e fu diretto da Jack Arnold con protagonisti lo stuntman Ben Chapman nei panni del mostro “terrestre”, e Ricou Browning in quelli del mostro “subacqueo”. La pellicola uscì nelle sale cinematografiche il 5 marzo 1954 in 3D e rappresentò uno dei più grandi successi degli anni ’50: durante una spedizione di paleontologia lungo il Rio delle Amazzoni, viene rinvenuta una laguna rimasta immutata dalla preistoria dove si nasconde una creatura metà pesce e metà uomo. Il successo fu straordinario e così l’Universal mise in cantiere un paio di seguiti: La vendetta del mostro (1955), in cui Ben Chapman venne sostituito da Tom Hennesy, e Il terrore sul mondo (1956) di John Sherwood con ancora Ricou Browning nei panni del mostro “subacqueo” e Don Megowan in quelli del mostro “terrestre” (ambedue stranamente esclusi dai titoli del film).
Una galoppata, quella della Universal, che fece storia e che qualche anno dopo venne ripresa e riletta da un’altra grande casa di produzione cinematografica: la Hammer Film Productions… ma questa è un’altra storia.
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