Immediatamente lo spettatore si trova proiettato in quell’angolo di mondo fatto di silenzio e di colori privi di tonalità (il bianco e nero della pellicola è un tocco magnifico alle ambientazioni del luogo) e si trova a esplorare la personalità sofferta e malinconica dell’uomo che parlando con Marion rivela tutta la sua timidezza e il suo morboso attaccamento alla madre malata e costretta a una vita da eremita. Il colloquio a volte stralunato con Norman, convince, però, Marion a restituire i soldi rubati, ma prima di poterlo fare, viene uccisa nella doccia dalla madre di Norman nella scena che più di ogni altra rappresenta il cinema giallo-horror di tutto il mondo. Quelle forbici che colpiscono inesorabilmente il corpo nudo di Marion, i suoi occhi sbarrati dal terrore e dalla sorpresa, il suo corpo che lentamente si affloscia nella vasca mentre il sangue scivola via nello scarico sono tutte immagini che hanno fatto scuola.
Con l’uccisione di Marion, che rappresenta il punto più alto in assoluto del pathos hitchcokiano, il film sembra fermarsi e ricominciare con un’altra storia: la scena si trasferisce in California dove Loomis e Lila, la sorella di Marion, cominciano le ricerche della donna, mentre da Phoenix parte l’investigatore Milton Arbogast (Martin Balsam) che, incaricato di recuperare i soldi rubati, parla con Norman, cadendo, però, anche lui vittima della signora Bates. Lila e Sam, insospettiti di questa seconda sparizione, raggiungono il Motel, dove, in cantina, Lila scopre il corpo decomposto della signora Bates. Lì viene aggredita da Norman che ormai impazzito si scaglia contro di lei indossando i vestiti della madre e una parrucca. Norman soffre di sdoppiamento di personalità: sua madre vive nella sua mente, ma ora ha preso il sopravvento per sempre.
Anche in questo grande film si scoprono tanti particolari caratteristici dei film di Hitchcock: dalla madre dispotica al “doppio”, fino agli uccelli impagliati che Norman tiene in casa e a cui alla fine sembra assomigliare. I due personaggi principali, Norman e Marion, rappresentano, invece, gli antipodi del genere umano: Norman creatura debole e timida; e Marion, invece, creatura forte e sensuale, fino al punto che il loro incontro rappresenta quasi qualcosa di inevitabile nella vita di entrambi. Marion è il pericolo che per tutta la vita la madre di Norman ha scacciato e temuto, mentre lui è l’uomo dall’apparenza calmo e bisognoso d’aiuto a cui Marion, forse, avrebbe da sempre voluto portare soccorso.
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