Film straordinario, arricchito da un cast altrettanto straordinario, Kim Basinger, Kevin Spacey, Russel Crowe, Guy Pearce e Danny de Vito, L.A. Confidential, film del regista Curtis Hanson del 1997, segna la rinascita di un genere tanto osannato negli anni ’50-’60, ma recentemente un po’ dimenticato e soppiantato da varie contaminazioni pulp di registi come Tarantino o i fratelli Coen: il genere noir.
Tratto da un best-seller di James Ellroy, il film denuncia la corruzione imperante all’interno della polizia di Los Angeles durante gli anni ’50-‘60, in cui figure misteriose e apparentemente “intoccabili”, fanno del loro potere una via per arricchirsi e per controllare ogni traffico illegale. Al centro di queste torbide vicende, tre poliziotti, divisi tra corruzione e carriera, si affrontano e a volte di scontrano, ognuno bisognoso di trovare una propria dimensione e una via per fuggire dal dilagante malcostume che ormai domina tra i palazzi della Polizia di Los Angeles. Tra di loro, Ed Exley, Bud Withe e Jack Vincennes, si crea una sorta di competizione che all’inizio li metterà l’uno contro l’altro, ma che alla fine, nonostante tutto, li porterà a trovarsi dalla stessa parte…e saranno proprio loro, in un finale da brivido, a scoprire chi davvero è il burattinaio di tutto.
L.A Confidential è un film che definire capolavoro non sarebbe esagerato, soprattutto andando a rivedere gli incassi e i riconoscimenti avuti, in primis il premio Oscar per Kim Basinger come migliore attrice protagonista. E’ un film, quello di Hanson, che fa rivivere quelle tensioni e quella durezza dei film degli anni ’60 (Il mistero del falco, Fiamma del peccato), quando attrici come Veronica Lake (non a caso il personaggio della Basinger ne è la sosia), Mary Astor, Barbara Stanwick e Bette Davis diedero vita alle cosiddette “dark lady”. Ed è proprio la dark lady Kim Basinger, nei panni di una seducente e torbida ragazza squillo, il punto di partenza dell’indagine che porterà i tre poliziotti a scoprire i traffici illeciti del distretto di polizia.
Il punto di maggior forza del film è sicuramente l’ambientazione. Hanson dà l’impressione di muoversi su un territorio che conosce centimetro per centimetro, creando un’atmosfera, durante tutto il film, che coinvolge, che angoscia ma che in definitiva, come ha scritto il Los Angeles Times, “è il miglior ritratto della nostra città”.
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