martedì 26 luglio 2011

George A. Romero. La Notte di Morti Viventi




George A. Romero. La Notte dei Morti Viventi
di Dario Buzzolan
Lindau
pp. 126
€ 13,00

George A. Romero – La notte dei morti viventi è una delle ultime pubblicazioni che la casa editrice Lindau ha inserito nella sua preziosa collana di saggi cinematografici dedicati a film storici e di culto. Tra uno Psyco e un Fanny e Alexander, passando per La Dolce Vita felliniana fino a La Ricotta di Pier Paolo Pasolini, anche questo libro firmato da Dario Buzzolan si va ad inserire in quegli interessantissimi (e spesso sorprendenti) approfondimenti a cui la Lindau ci ha abituati.Il percorso che Buzzolan compie all’interno di La Notte dei Morti Viventi di Romero ci porta fin dentro il film stesso, col volto quasi schiacciato sulle finestre della casa dove i nostri eroi si barricano assediati dai mostri, in un percorso che innanzitutto fa chiarezza sulla figura del “morto vivente”, sulla sua tradizione cinematografica, sulla basilare differenza con lo “zombie”, ma che poi si sviluppa esaminando stile del regista e genesi del film ripercorrendolo sequenza per sequenza.

Da un semplice horror come fu presentato e come viene ancora oggi considerato dalla massa, in questo saggio La Notte dei Morti Viventi si trasforma sia in un esempio di cinema tout court che in un esempio di cinema filosofico e psicologico (tra gli altri l’autore cita più volte Freud), dove il morto vivente va ben oltre il suo “essere mostro” per diventare un’immagine speculare dell’uomo, il suo lato oscuro non sempre causa della sua distruzione e strumento nelle mani del regista per mettere a nudo le disfunzioni e le contraddizioni dell’essere umano.


Il merito di Buzzolan, oltre a quello di aver riproposto in maniera prepotente l’importanza cinematografica del primo film di Romero, costato appena 114.000 dollari (ne incassò più di tre milioni), è anche quello di aver saputo esaminare in maniera dettagliata e approfondita lo stile del regista che già dal suo film d’esordio ha dato dimostrazione di innato talento. Particolarmente interessante la parte su quelle che l’autore chiama “Inquadrature Inspiegabili” in cui si rivela il genio di Romero:

[…] Ciò che caratterizza queste inquadrature è la loro sostanziale inspiegabilità. […] Se le inquadrature fisse raccontavano dall’esterno l’azione, e quelle a spalla la mostravano, le inquadrature «fisse a spalla» la rivelano in una sorta di sguardo «oggettivo-personale», come di qualcuno che partecipi della corporeità ma in pari tempo se ne chiami fuori. È una sorta di osservazione dell’agire umano condotta affiancando, anzi giustapponendo (senza alcuna sintesi) due punti di vista: quello secondo cui la realtà procede meccanicamente, per accadimenti inevitabili e «naturali»; e quello che presenta le azioni strategiche e il loro fallimento come qualcosa di violento, qualcosa contro cui il soggetto si ribella, affermando – sia pure invano – la propria identità.[…]

In un excursus completo che tratta anche i seguiti che il film ha avuto, a partire da quelli dello stesso Romero fino ai vari “figliastri” presenti nella storia del cinema, raccogliendo anche una interessante antologia critica sull’argomento, questo libro è sicuramente da considerare un ottimo strumento di conoscenza e di approfondimento per tutti gli amanti del regista americano nato a New York settanta anni fa. Consigliato soprattutto a chi considera il genere horror solo fonte di sangue e squartamenti.

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