di Stefano Pastor
Ciesse Edizioni
pp. 336
€ 19,00
Quattro novelle che hanno come comune denominatore la presenza di creature misteriose dalle origini sconosciute, degli esseri apparentemente normali, ma che in realtà nascondono un segreto sconvolgente: è questo il punto di partenza da cui Stefano Pastor, eclettico autore capace di cimentarsi in generi diversi come dimostra la sua prolifica produzione letteraria, parte per dare vita alla raccolta di racconti Creature, un avvincente libro in bilico tra l’horror e il fantastico, pubblicato dalla neonata Ciesse Edizioni.
Creature è un viaggio nel mistero, quasi ai confini della realtà come amavano dire alla tv tanti anni fa, e forse è proprio da lì, dalla più amata e imitata serie tv di tutti i tempi, che Pastor trae la sua ispirazione per dare vita a quattro storie al limite del credibile, ma fortemente radicate nella vita di tutti i giorni. Nel primo racconto, Macello, un bambino assiste alla morte di sua zia e si mette sulle tracce di una presunta banda di assassini-cannibali; nel secondo, Palme, una donna tormentata da un ossessionante sogno si ritrova per le mani una scoperta sconcertante quanto incredibile; nel terzo, Il Giardino di gesso, una ragazza che accompagna un vecchio cieco ascolta prima i suoi strampalati racconto ma poi scopre che dietro c’è qualcosa di terribilmente reale; nell’ultimo, Luce, una ragazza ignorata dalla famiglia, scopre una sconvolgente verità sulla sorella.
Le storie di Pastor sembrano percorrere una duplice strada: da un lato l’incontro-scontro tra umani e creature soprannaturali, dall’altra il completamento di un percorso da parte dei protagonisti che proprio da questo inatteso incontro traggono la forza per superare le proprie difficoltà. In Macello (e in parte in Luce) siamo di fronte al passaggio dalla fanciullezza all’adolescenza di due bambini che proprio grazie alle loro indagini, compiono quel passaggio che li porta a diventare uomo/donna, un po’ come succedeva nel racconto kinghiano Il Corpo in cui il viaggio dei quattro amici simboleggiava il cambiamento, la maturazione. In Palme la strampalata avventura della protagonista in una fabbrica abbandonata rappresenta il ritrovamento della propria dimensione, di una vita che fino a prima non aveva quasi senso, la risoluzione di un bisogno inconscio. Ne Il Giardino di gesso (e in parte anche in Luce) c’è la ricerca delle proprie origini, lo svelamento di una verità fino a quel momento nascosta ad arte dalle persone che circondano i protagonisti.
L’elemento horror-soprannaturale non è quindi per Pastor il cuore della storia, ma soltanto la causa o il mezzo tramite cui i protagonisti conquistano qualcosa (quasi sempre la loro stessa vita), e viene raccontato dall’autore spesso in prima persona e con uno stile semplice e scorrevole che lascia molto spazio ai dialoghi. Pastor fa parlare i suoi personaggi, li fa vivere attraverso le loro stesse parole, coinvolgendo così il lettore che spesso si trova risucchiato nelle storie in un rapporto quasi diretto coi protagonisti.
Recensione pubblicata su www.latelanera.com
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