Comincio il nuovo anno saldando un vecchio debito
con un’amica di penna che, negli ultimi tempi, oltre che tale, è diventata
anche un modello da seguire e da cui imparare. Si tratta di Simonetta
Santamaria, la scrittrice italiana che amo di più e che, da qualche settimana,
è tornata in libreria con una nuova fatica letteraria: Seguimi nel buio. Un’opera dalla genesi particolare, pubblicata
solo grazie all’affetto dei lettori e di coloro che l’hanno votata alla
competizione “Io Scrittore”, un torneo che dovrebbe essere riservato agli
esordienti-emergenti e che, invece, in Italia è diventata l’ennesima anomalia
editoriale. Una come Simonetta non ha nulla da dimostrare, la sua storia parla
per lei, eppure devono ancora essere i lettori a “costringere” le case editrici
italiane e darle la giusta attenzione. Forse perché non è il tipo che si presta
a certi giochi, sempre salda nelle sue convinzioni e mai disposta a opere di servilismo
o ruffianerie.
Comunque, per fortuna che esistono ancora lettori
competenti, perché sarebbe stato un vero peccato non poter leggere Seguimi nel buio, un romanzo che
possiede una potenza esplosiva e che tratta con competenza e passione un tema
delicato come l’autismo. Simonetta ha scritto un thriller a forti tinte horror,
come sua (straordinaria) abitudine, in cui racconta le storie parallele di una
psicopatica-necrofila rinchiusa in un manicomio criminale, e quella del piccolo
Valerio, bambino affetto da autismo.
“Siete così presi dalla vostra piccola,
inscatolata realtà che non vi accorgete dell’universo psichico che pulsa
attorno a voi. È la Rete. È Insanet”, recita lo slogan di lancio del libro, ed
è proprio in questo luogo lontano dal tempo e dallo spazio in cui il destino di
Valerio incontra quello di Luce, creando un rapporto che andrà molto al di là
di una semplice “amicizia”. L’escalation del racconto è vibrante, dalla prima
all’ultima pagina; l’autrice riesce a calarci in un mondo a metà tra la quotidiana
realtà partenopea a questo universo parallelo molto cinematografico, in cui la
puzza e la freddezza delle stanze bianche e disinfettate dell’ospedale
psichiatrico ricordano quelle di The Ward
o Il seme della follia di Carpenter,
fino alla splendida citazione de L’esorcista.
Seguimi nel buio è un romanzo crudo e
intenso, scritto con maestria e passione, capace di far commuovere e di spaventare,
di regalare emozioni forti a ogni pagina. Inutile dirvi che dovete leggerlo.
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