Questo post nasce da una discussione su Facebook
in cui ho espresso il mio disaccordo per la decisione della Sperling &
Kupfer, casa editrice facente parte del gruppo Mondadori e quindi non una
indipendente (segnatevi questo punto, perché è di vitale importanza per capire
la mia posizione), di far pagare l’e-book del prossimo romanzo di Stephen King “Fine
turno” 9,99 euro a fronte di un cartaceo fissato sulle librerie on-line a 16,92.
È davvero giusto che tra edizione cartaceo e digitale ci sia una differenza di
prezzo di solo il 35% circa? A mio avviso no, perché leggere in e-book e
leggere su carta non è la stessa cosa: i miei interlocutori, tra i vari
argomenti, adducevano il fatto che tu compri un prodotto, non conta il
supporto, ma allora io mi chiedo perché molti videogiochi per PC costano meno
di quelli per la Playstation o quelli della Playstation spesso si pagano meno di
quelli per la Xbox 360? In fondo il prodotto è lo stesso. Un altro argomento da
loro addotto è il rientro dei costi di produzione di un e-book, ma una volta
lavorato sul cartaceo, cosa c’è da aggiungere per l’edizione digitale? La
traduzione è già stata fatta, l’impaginazione anche e per quanto riguardo la
distribuzione, case editrici come Sperling & Kupfer possono contare su un
distributore proprio e su piattaforme web di proprietà, quindi quale sarebbe la
spesa per la sola edizione in e-book? Praticamente nessuna, forse la
distribuzione nelle piattaforme non di proprietà (sempre se non rientra in
quella del cartaceo). Questo ragionamento potrebbe filare se si parlasse di una
casa editrice indipendente che deve sobbarcarsi tutti i costi e pagare
traduttore, tipografo, distributore e redattori, ma non per un’industria come il
gruppo Mondadori che ha tutto in casa. Sarebbe come se io, produttore di
formaggio, facessi pagare il mio prodotto quanto chi, invece, si serve da un
fornitore. Insomma, l’e-book, non è altro che l’ombra del cartaceo, su cui l’editore
investe due spiccioli, ancora meno se si tratta di un grande editore.
E allora
perché farlo pagare dieci euro? Io un’idea ce l’avrei e molti non saranno d’accordo,
naturalmente, ma voglio comunque esprimerla: ai grandi gruppi editoriali non
frega nulla delle edizioni digitali, se fosse per loro il mercato degli e-book
potrebbe anche non esistere, da un lato perché in Italia in digitale si legge
ancora troppo poco e dall’altra perché preferiscono puntare sul cartaceo,
avendo spesso anche librerie di proprietà. E non è un caso che sia la prima
volta che Sperling & Kupfer pubblica contemporaneamente edizione digitale
ed edizione cartacea di un romanzo di King, spinta dalle pressanti richieste
dei lettori che erano stufi di aspettare uno o due anni prima di poter
acquistare l’e-book, ma che ora si troveranno a dover sborsare dieci euro, una
cifra a mio avviso esagerata, se teniamo conto della differenza col cartaceo. Leggere
in e-book non può costare solo sei euro in meno del libro di carta, perché, lo
ripeterò fino alla nausea, il supporto conta eccome, come conta la marca degli oggetti che compriamo tutti i giorni e perché è grande la
differenza tra giocare a PES sul PC piuttosto che sulla Playstation. A mio
avviso, opinione personale, è chiaro, la strategia di Sperling & Kupfer è quella
di poter dire di aver soddisfatto le richieste dei suoi lettori, ma dall’altro
lato ha fissato un prezzo che scoraggerà l’acquisto dell’edizione digitale, prendendo
due piccioni con una fava: essere andata incontro alle esigenze dei lettori, ma
spingerli a preferire il cartaceo.
Io per primo, per i miei libri autoprodotti, non
faccio pagare l’e-book più di 4,99 euro, dieci euro e oltre meno del cartaceo,
ma non perché svilisco l’edizione digitale, ma perché so che leggere un libro
sul Kindle non è la stessa cosa che leggerlo su carta. Questo è quanto ho
imparato da quando ho cominciato la mia avventura su Amazon. E se posso farlo
io, povero indipendente che paga due spiccioli i suoi collaboratori, spesso
regalandogli due bottiglie di vino o un cesto natalizio, perché non può farlo
un grande editore? Un editore che non ha in esclusiva i miei romanzi, ma quelli
di un certo Stephen King?
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