Il Polpo è tornato a casa.
#Pogback ha postato il Manchester United per dare il bentornato al suo figliol
prodigo, scatenando le reazioni di tutti i tifosi juventini che, per fortuna,
non sembrano averla presa come quelli del Napoli per la partenza di Higuain.
Certo, ci saranno quelli che gli daranno dell’ingrato, che lo tacceranno di
essere un mercenario, di aver preferito i soldi alla Juventus, ma saranno
pochi, ne sono certo, perché Pogba rimarrà sempre nei cuori di tutti noi.
Un
calciatore che è arrivato a Torino pressoché bambino, per due soldi, e che nel
giro di pochi anni è diventato uno dei più grandi giocatori europei: classe da
vendere, fisico e talento da fuoriclasse. Uno che ha costretto mister Antonio
Conte a dire, sorpreso, “questo è pronto”, conquistandosi il posto da titolare a
diciannove anni partita dopo partita, gol dopo gol, assist dopo assist. Come
non ricordare la prima, straordinaria, rete con la maglia della Juventus: quel
sinistro al volo da fuori area contro il Napoli, una specialità che gli avrebbe
regalato il soprannome “Pogboom”; o la sua esultanza un po’ spaccona che ha
conquistato compagni di squadra e tifosi, la dab dance divenuta presto un fenomeno di costume. Pogba è stato ed
è più di un calciatore, è un personaggio, con i suoi look colorati e, spesso,
al limite, con la sua eccessiva leziosità in campo, causa di tanti dissapori
con gli allenatori, non ultimo Massimiliano Allegri.
Il Polpo ha deciso di lasciarci
dopo aver dato alla Juve ciò che doveva dare, il suo contributo a quattro Scudetti,
due Coppe Italia e tre Supercoppe Italiane, e disputato 178 partite con 34 reti
all’attivo; rimarrà per sempre tra i grandi campioni che hanno indossato la
maglia numero 10, ha mancato la Champions per un soffio, ma è diventato il
calciatore più pagato di sempre, centodieci milioni, o forse centoventi, una
cifra che la Juventus non poteva rifiutare, anche perché, diciamolo con sincerità,
non avrebbe avuto altre occasioni per incassarli. Carpe diem dice un vecchio adagio e Marotta & C. hanno fatto
proprio questo, lo hanno venduto nel momento migliore, perché è sempre utile
ricordare che le squadre di calcio non vivono coi sentimenti o con l’amore dei
tifosi, ma coi soldi. Il dio denaro è quello che ha permesso alla Juventus di
diventare grande tre le grandi dopo la serie B, Ranieri, Ferrara, Zaccheroni,
Delneri e due settimi posti consecutivi, e dopo uno sforzo come quello messo in
campo per l’ingaggio di Gonzalo Higuain, era normale che da qualche parte si
dovesse incassare. E ancora una volta, i dirigenti bianconeri hanno dimostrato
di avere l’occhio lungo, proprio come avevano fatto con lo stesso Pogba, ma
anche con Barzagli, Pirlo, Coman, Vidal. Centodieci milioni, o centoventi, per
un giocatore che non ha neppure disputato un Europeo memorabile, sono un colpo
da fuoriclasse, e se ci aggiungi che lo hanno venduto a una squadra straniera
non in diretta competizione con la Juventus (almeno quest’anno) il quadro di
un’operazione magistrale è completo.
I calciatori vanno e vengono,
la Juve resta e ora si apre un nuovo capitolo per il successore del francese,
proprio come l’anno scorso si attendeva l’erede di Tevez: Witsel, Matic, Matuidi?
Chiunque arriverà sarà difficile che ripeta le magie a cui ci aveva abituato
Pogba, ma in fondo è meglio così, perché uno come lui non merita di essere
rimpiazzato e dimenticato, un pizzico di rimpianto per averlo perso deve
rimanere, così come meritano i grandi campioni.
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