lunedì 8 agosto 2016

IL POLPO È TORNATO A CASA

Il Polpo è tornato a casa. #Pogback ha postato il Manchester United per dare il bentornato al suo figliol prodigo, scatenando le reazioni di tutti i tifosi juventini che, per fortuna, non sembrano averla presa come quelli del Napoli per la partenza di Higuain. Certo, ci saranno quelli che gli daranno dell’ingrato, che lo tacceranno di essere un mercenario, di aver preferito i soldi alla Juventus, ma saranno pochi, ne sono certo, perché Pogba rimarrà sempre nei cuori di tutti noi. 
Un calciatore che è arrivato a Torino pressoché bambino, per due soldi, e che nel giro di pochi anni è diventato uno dei più grandi giocatori europei: classe da vendere, fisico e talento da fuoriclasse. Uno che ha costretto mister Antonio Conte a dire, sorpreso, “questo è pronto”, conquistandosi il posto da titolare a diciannove anni partita dopo partita, gol dopo gol, assist dopo assist. Come non ricordare la prima, straordinaria, rete con la maglia della Juventus: quel sinistro al volo da fuori area contro il Napoli, una specialità che gli avrebbe regalato il soprannome “Pogboom”; o la sua esultanza un po’ spaccona che ha conquistato compagni di squadra e tifosi, la dab dance divenuta presto un fenomeno di costume. Pogba è stato ed è più di un calciatore, è un personaggio, con i suoi look colorati e, spesso, al limite, con la sua eccessiva leziosità in campo, causa di tanti dissapori con gli allenatori, non ultimo Massimiliano Allegri.
Il Polpo ha deciso di lasciarci dopo aver dato alla Juve ciò che doveva dare, il suo contributo a quattro Scudetti, due Coppe Italia e tre Supercoppe Italiane, e disputato 178 partite con 34 reti all’attivo; rimarrà per sempre tra i grandi campioni che hanno indossato la maglia numero 10, ha mancato la Champions per un soffio, ma è diventato il calciatore più pagato di sempre, centodieci milioni, o forse centoventi, una cifra che la Juventus non poteva rifiutare, anche perché, diciamolo con sincerità, non avrebbe avuto altre occasioni per incassarli. Carpe diem dice un vecchio adagio e Marotta & C. hanno fatto proprio questo, lo hanno venduto nel momento migliore, perché è sempre utile ricordare che le squadre di calcio non vivono coi sentimenti o con l’amore dei tifosi, ma coi soldi. Il dio denaro è quello che ha permesso alla Juventus di diventare grande tre le grandi dopo la serie B, Ranieri, Ferrara, Zaccheroni, Delneri e due settimi posti consecutivi, e dopo uno sforzo come quello messo in campo per l’ingaggio di Gonzalo Higuain, era normale che da qualche parte si dovesse incassare. E ancora una volta, i dirigenti bianconeri hanno dimostrato di avere l’occhio lungo, proprio come avevano fatto con lo stesso Pogba, ma anche con Barzagli, Pirlo, Coman, Vidal. Centodieci milioni, o centoventi, per un giocatore che non ha neppure disputato un Europeo memorabile, sono un colpo da fuoriclasse, e se ci aggiungi che lo hanno venduto a una squadra straniera non in diretta competizione con la Juventus (almeno quest’anno) il quadro di un’operazione magistrale è completo.
I calciatori vanno e vengono, la Juve resta e ora si apre un nuovo capitolo per il successore del francese, proprio come l’anno scorso si attendeva l’erede di Tevez: Witsel, Matic, Matuidi? Chiunque arriverà sarà difficile che ripeta le magie a cui ci aveva abituato Pogba, ma in fondo è meglio così, perché uno come lui non merita di essere rimpiazzato e dimenticato, un pizzico di rimpianto per averlo perso deve rimanere, così come meritano i grandi campioni.

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