Cinque scudetti, due Coppe
Italia e tre Supercoppe Italiane: il rullino di marcia della Juventus degli
ultimi cinque anni è impressionante, in pratica manca solo la terza Coppa
Italia persa nell’era Conte, e peraltro in finale, contro il Napoli, poi i
bianconeri hanno vinto tutto ciò che offriva l’Italia, perfino un Campionato
cominciato a giocare con quasi due mesi di ritardo rispetto alle altre squadre.
Dopo la batosta dell’esperimento
Del Neri, Agnelli, Marotta e Paratici hanno costruito una corazzata che, se
puntellata questa estate con anche solo un paio di innesti (io dico Benatia e
Pjanic), potrebbe trasformarsi in un’elegante e potente fuoriserie. Sabato sera,
contro il Milan, i bianconeri hanno dato l’ennesima dimostrazione di una forza
fuori dal comune (almeno qui in Italia), che trova origine in una mentalità
europea che ancora molte altre formazioni italiane stentano a fare propria.
Diciamolo, contro i rossoneri, la Juventus ha giocato molto al di sotto dei
suoi standard, a tratti sembrava quella di inizio stagione, ma poi è arrivata
la zampata di uno dei suoi tanti giovani gioielli: Alvaro Morato. A proposito,
partirà o rimarrà? A me piacerebbe che rimanesse (insieme a Cuadrado) e che l’attacco
non fosse neppure toccato dal mercato, ma ho il sentore che la prossima estate
sarà, invece, molto calda. Come aspettarsi una sessione tranquilla, quando allenatori
come Mourinho, Guardiola, Ancelotti e Conte cambieranno panchina?
Dopo l’ennesimo trionfo in
terra nostrana, è ormai consolidato che la Juve è un top club, lo si era già
visto l’anno scorso con la finale di Champions, ma sta di fatto che l’Europa ci
sta ancora aspettando. Proprio oggi leggevo l’articolo di un amico scrittore (e
juventino) che rimembrava i fatti del 2003, quando l’allora Milan di Shevchenko
aveva la meglio sulla seconda Juve di Lippi, e da allora tutti noi siamo ancora
in attesa della rivincita (ci accontenteremmo anche di un’altra squadra, non
per forza dei rossoneri che a oggi la Champions neanche la giocano). Insomma,
la Champions, la nostra vera ossessione, una Coppa maledetta persa sei volte e
vinta due (una con 39 morti sugli spalti e una ai calci di rigore). Arriverà
mai il giorno in cui potremo esultare dopo un 4-0? È innegabile, in questi casi
si prende ciò che passa il convento, non si può fare troppo gli schizzinosi, ma
il giorno in cui la Juventus vincerà questa Coppa dei Campioni come l’hanno
vinta in passato il Milan, il Barcellona, il Bayern Monaco, perfino l’odiata
Inter, allora sì che potremo liberarci di questo pesante fardello. Quanto
dovremo aspettare ancora? Buffon parla di, massimo, un paio d’anni, e la strada
intrapresa dalla società sembrerebbe dargli ragione, ma per noi la Coppa dalle
grandi orecchie è come una bella donna per un uomo: non vedi l’ora di toccarla, di stringerla, di coccolarla, di baciarla!
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