Sei
punti in due partite di Champions, cinque punti in sei giornate in Campionato. È
un paradosso l’inizio di stagione della Juventus, brutta in Italia ma bella in
Europa. La vittoria di ieri sera per 2-0 contro il Siviglia ha mostrato la
seconda faccia della squadra di Allegri: difesa rocciosa, centrocampo ordinato
(anche grazie al rientro di Khedira) e attacco spumeggiante (quinto gol consecutivo
in Coppa di Morata che eguaglia il Del Piero della stagione 1995-96, e debutto
con rete per Simone Zaza).
Solo
elogi per la Juventus di Champions, una formazione ben diversa tecnicamente e
psicologicamente da quella che arranca in Campionato. Ora bisogna capire se sia
una scelta precisa (dopo quattro scudetti consecutivi e una finale persa,
sarebbe anche comprensibile) o un caso, e ieri è stato anche infranto il tabù
Juventus Stadium, dove, fino a oggi, i bianconeri non erano ancora riusciti a
vincere. Restano da capire i motivi delle metamorfosi di giocatori come
Hernanes che, dopo i danni combinati contro il Napoli, ieri sera ha finalmente
dimostrato ciò di cui è capace. Ma anche Alvaro Morata che in Campionato non
riesce a sbloccarsi per poi vestire i panni di Zibì Boniek in Europa, il “bello
di notte” dell’Avvocato Agnelli.
La
Juventus di ieri è scesa in campo come una squadra, come un gruppo coeso e
deciso a raggiungere il proprio obiettivo, a differenza delle precedenti uscite
in Campionato, in cui abbiamo visto una squadra sì sfortunata, ma anche
scollata e confusionaria. Che si tratti di stimoli o solo di rodaggio, è tutto
da scoprire, ma la differenza di giocate e forma di alcuni elementi è
innegabile. La speranza è che, finalmente, si sia imboccata la strada giusta,
ma lo sapremo soltanto tra qualche giorno, quando la Juventus incontrerà in
casa il Bologna, ma soprattutto nel successivo scontro diretto contro l’Inter.
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