All’ombra dell’Impero – La carovana dei prodigi
Alberto Custerlina
Baldini e Castoldi
pp. 416
€ 18.00
E-book: Disponibile
Due anni dopo il primo volume,
Alberto Custerlina è tornato in libreria con il secondo libro della trilogia All’ombra dell’Impero, uno straordinario
mix di avventura e mistero che ci riporta indietro di tanti anni, alla
letteratura picaresca di fine Ottocento, tra fughe, delitti, rapimenti e intrighi
di potere.
Dopo aver lasciato il piccolo
Davorin Paternoster in mano allo spietato negromante Hieronymus Mors nel finale
di Il segreto del Mandylion, in La carovana dei prodigi la storia
riparte con l’angoscia che tormenta Anton Adler dopo la sparizione del suo
figlioccio. A Trieste, il commissario di polizia è ormai considerato un eroe,
ma dentro di sé sente il peso di non essere riuscito a riportare a casa il
ragazzino, cosicché, insieme all’inseparabile amico Artan Hagopian, si rimette
sulle tracce dello studioso di arti magiche. Il viaggio porterà i due
protagonisti tra Sarajevo e la Bosnia Erzegovina, in un susseguirsi di
accadimenti degni del miglior romanzo d’avventura, a metà tra Emilio Salgari e
Robert Louis Stevenson.
Già nell’incipit del romanzo, Custerlina
ci regala una splendida istantanea di un universo picaresco dove i personaggi
sembrano usciti da un film in bianco e nero o dalle pagine di un’opera dei più
grandi protagonisti della letteratura di fine Ottocento – inizio Novecento: «Il
rumore del legno attira l’attenzione di Martin, tanto da fargli abbandonare il
sentiero. Supera una macchia di sommacco, un basso rilievo roccioso, e si trova
davanti a una spiaggia sassosa, lunga e stretta, dove una piccola barca a remi
dondola al ritmo di una debole risacca. Il mare è calmo, una tavola di ferro
lucido che riflette il cielo ingrigito da una foschia compatta, l’atmosfera
opprimente, odorosa di foglie e alghe in putrefazione. È strano, pensa Martin,
che una barca così ben tenuta e robusta sia stata abbandonata su quella lingua
di sassi: nessuno dei pescatori di Duino può aver commesso un’imprudenza del
genere. Di sicuro è accaduto qualcosa di strano, di misterioso. Martin si
avvicina con cautela, e sul fondo, rigido e immobile come una pietra, è riverso
il corpo di un uomo. Terrorizzato, per poco Martin non sviene. Ma la paura non
gli impedisce di girare i tacchi e correre più veloce che può verso il suo
paese... […]»
Con La carovana dei prodigi, Custerlina si propone di diritto come uno
dei migliori, se non il migliore, rappresentanti del romanzo d’avventura
italiano, ispirandosi ai tanti libri con cui molti di noi sono cresciuti. Se è
vero, infatti, che le avventure di Davorin ricordano da vicino quelle del
giovane Jim Hawkins in L’isola del tesoro,
l’accoppiata Adler-Hagopian è sempre più simile al duo Holmes-Watson creato da
Arthur Conan Doyle. Custerlina ha il merito assoluto di rinverdire una
letteratura da anni ormai appassita e dimenticata, rendendola frizzante e
vivace grazie a uno stile moderno, agile e accattivante, ma soprattutto per
merito di descrizioni degne del migliore, e già menzionata, Salgari.
Nell’esaltante susseguirsi di emozioni
e colpi di scena che caratterizzano il romanzo, lo scrittore triestino non si
lascia mai trascinare dagli eventi e controlla la narrazione in modo
impeccabile, tessendoci attorno una tela che soltanto alla fine ci lascerà
spazio per respirare. Con straordinaria abilità narrativa, ci conduce per mano
in un vero e proprio viaggio nel tempo, in luoghi dal fascino misterioso e
abitati da personaggi memorabili, ma sempre tenendo ben salda la ricostruzione
storica di un periodo che, da lì a qualche anno, avrebbe portato allo scoppio della
Prima Guerra Mondiale.
Non resta che aspettare il
terzo e ultimo volume della trilogia, attualmente in lavorazione, per scoprire
come proseguiranno le avventure di Adler e compagni, destinati comunque a
rimanere impressi nella memoria di noi appassionati e avidi lettori.
quando é previsto il terzo volume?
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