Così per lui, abituato agli agi metropolitani, comincia una estenuante lotta per la sopravvivenza: con lui ha soltanto alcuni pacchi ritrovati in mare ed il canotto che gli ha salvato la vita. Giorno dopo giorno, Chuck impara a vedere il mondo sotto una prospettiva diversa, un mondo in cui se stesso è l’unica persona su cui potere contare, un mondo in cui giorno dopo giorno non sai cosa potrà portarti la marea; ed una volta risolto il problema del cibo e del fuoco, non senza vistosi inconvenienti, il protagonista si trova a dover combattere con un nemico ben più pericoloso ed insidioso della fame o della seta: la solitudine.
Chuck ha bisogno di trovare qualcuno con cui chiacchierare, a cui spiegare i suoi progetti e le sue idee di fuga da quell’angolo sperduto del mondo ed alla fine lo trova in un pallone da volley, reperto di uno dei pacchi recuperati, con cui istaura un rapporto molto stretto e fatto di affetto ma anche di litigi. Il pallone, a cui Chuck da il nome di Wilson, diventa così l’unico motivo che lo spinge ad andare avanti nella sua battaglia, insieme all’unico ricordo della sua tanto amata fidanzata Kelly, un orologio da taschino con la sua foto incastonata all’interno che la ragazza gli ha regalato proprio qualche minuto prima che salisse sull’aereo.
Saranno proprio questi due oggetti a spingere Chuck a non arrendersi, anche dopo quattro anni di vita su quell’isola, fino a che, un giorno, riuscirà a andare via da quel luogo ed ad essere salvato da una nave di passaggio.
Cosa gli riserverà il suo ritorno alla vita? Troverà ancora tutto come quattro anni prima? Un finale poco scontato ed anche un po’ enigmatico svelerà questi quesiti…
Cast Away rappresenta certamente un film dalle possibilità infinite, anche se lascia qualche dubbio: l’interpretazione di Tom Hanks è, come al solito, eccezionale, però forse il film è troppo spezzettato, girato probabilmente in un periodo troppo lungo, rendendo, così, la narrazione non troppo fluida, ma fatta di continui sbalzi che non permettono allo spettatore di godersi a pieno le avventure del protagonista, ma di essere portato un po’ a zig zag per l’intera durata del film stesso.
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