Il segreto del Morbillaio
di Danilo Giovanelli
Edizioni XII
pp. 184
€ 13,00
Sul finire degli anni ’70, inizio ’80, la Rai trasmise il telefilm I ragazzi di Piazza San Marco, in cui un gruppo di ragazzetti in età scolare scorrazzavano per Venezia in sella alle loro biciclette risolvendo casi intricati e misteriosi. Ecco, leggendo questo Il Segreto del Morbillaio di Danilo Giovanelli, edito dalla meritevole Edizioni XII, ho rivissuto quelle sensazioni che da bambino mi tenevano incollato alla tv a seguire le loro avventure.
La storia è presto detta: un gruppo di ragazzini si imbattono (non proprio per caso) in una poesia inedita del famoso poeta loro concittadino Saturnetto Vinceslovo, senza sapere però che quel semplice pezzo di carta in realtà nasconde un pericolosissimo segreto.
Grottesco e surreale sono gli aggettivi che descrivono meglio questo libro. Tutto, dai personaggi, al paese dove si svolge la vicenda fino ai luoghi di incontro dei piccoli protagonisti sono del tutto “fuori di testa”: i bambini per primi, ognuno con le sue manie, malattie, modo di parlare o di vestire; il loro maestro sembra una via di mezzo tra Cuore e Dylan Dog e la loro scuola è il risultato di sbilenchi esperimenti di architetti a dir poco alternativi, come d’altronde tutto il paese di Vermiziano dove è ambientata la vicenda. L’autore ci cala in una realtà fumettistica (non a casa è anche illustratore) in cui il lettore rimane al confine tra il serio e il comico, con inserti soprannaturali (vedi la bimba posseduta) che rendono il libro facile da leggere, scorrevole e per niente noioso. Lo stile di Giovanelli è infatti asciutto, essenziale, non si lascia mai andare a descrizioni o ragionamenti stucchevoli, ogni parola sembra sempre al posto giusto e l’intreccio scorre via semplice ma minuziosamente studiato. Nonostante il genere del libro, infatti, profondo è stato il lavoro di ricerca dell’autore che durante le battaglie tra i due secchioni della Quinta A tira fuori una miriade di nozioni storico-politiche-scientifiche che farebbero invidia a qualunque autore di best sellers.
Vincitore del Premio INarratori 2008, l’unico neo che gli si potrebbe trovare è nel finale in cui, anche se tutto torna, la spiegazione dell’enigma risulta forse un po’ fragile e poco incisiva rispetto allo svolgimento dell’intreccio fino ad allora privo di zoppicamenti.
Solita menzione d’onore per i curatori della copertina e per le illustrazioni presenti nel libro, a firma dello stesso autore.
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