Dopo
la caduta di Genova, la Juventus è tornata alla vittoria, soffrendo oltre ogni
previsione contro l’Empoli. Soprattutto nel primo tempo, la squadra di Andreazzoli
ha dominato, schiacciando i bianconeri nella propria metà campo, ma non
riuscendo a rendersi mai davvero pericolosa. Nei primi 45’, si è rivista la
Juve di Genova, svogliata, lenta e deconcentrata, mentre nel secondo, complice
anche la stanchezza dell’Empoli, si è vista la differenza tecnica tra le due
squadre, ma ci è voluto l’ingresso di Moise Kean dalla panchina per decidere il
match. Eh sì, perché, nonostante il momento magico che sta vivendo il giovane
centravanti, sia con la Juventus che in Nazionale, Allegri ha ritenuto giusto
tenerlo in panchina insieme a Spinazzola, altro giocatore in crescita, preferendogli
due zombie come Mandzukic e Alex Sandro. Solo con l’ingresso dei due vogliosi
rincalzi, i bianconeri hanno trovato la via del gol e hanno cominciato a
macinare gioco, portando a casa il massimo con minimo sforzo. Complici i
quindici punti di vantaggio sul Napoli, nessuno degli undici di Allegri sembra aver
voglia di giocare la manciata di partite che mancano alla fine del Campionato,
ma ancora bisogna vincere altre quattro partite, prima di poter fare festa. Speriamo
se lo ricordino.
LE
PAGELLE:
Szczesny
6:
Nel primo tempo passa più tempo a strigliare i compagni che a preoccuparsi
degli avversari, nei secondi quarantacinque minuti fa da spettatore. Serenità.
Cancelo
6.5: Un po’ pigro, soprattutto nel primo tempo, sonnecchia come
tutti gli altri compagni, ma quando decide di affondare sono guai per gli avversari.
A corrente alternata.
Rugani
7: Sarà
forse per il fresco rinnovo di contratto, ma il Rugani visto contro l’Empoli è
un altro rispetto a quello inguardabile contro il Genoa. Con accanto Chiellini,
probabilmente, gioca più tranquillo. Compie diverse importanti chiusure. Attento.
Chiellini
7: All’inizio
sbaglia parecchio, stop e passaggi, poi, piano piano, rialza la testa e sale in
cattedra, dominando dietro e lanciando Manduzkic nell’azione del gol di Kean.
Diesel.
Alex
Sandro 4.5: Irritante, come ormai quasi sempre. Sbaglia tanti
palloni, gli manca lo scatto decisivo e il dribbling sulla fascia, così è un
giocatore in meno. Fantasma. Dal 61’
Spinazzola 6.5: Dà la verve che mancava a sinistra ed è bravo ad allargare
la difesa avversaria, costantemente in azione offensiva. Prova anche il gol, ma
non è fortunato.
Emre
Can 6: Cerca di spronare i compagni a salire e a non farsi
schiacciare dall’Empoli, pressa e imposta, ma anche lui, soprattutto nel primo
tempo, dimostra di non essere concentrato nel modo giusto, per poi prendere il
sopravvento nella ripresa. Jolly.
Pjanic
6.5: Nel primo tempo predica nel deserto e si dispera per l’incapacità
dei compagni di farsi trovare smarcati, nel secondo, quando tutta la squadra
alza il ritmo, sale in cattedra e giostra a suo piacimento ritmo e possesso
palla. Imprescindibile.
Matuidi
6: Quando
i compagni non lo supportano, per il francese è difficile dare un senso alla
sua generosità, tanto che spesso è costretto a inseguire il diretto avversario,
Traoré. Lui, comunque, corre e lotta come sempre e si fa sentire quando ce n’è
bisogno. Agguerrito. Dal 69’ Kean 7: Prosegue
il suo “magic moment” e segna il terzo gol con la maglia bianconera, dopo i due
messi a segno con la Nazionale. Ha anche una clamorosa occasione per la
doppietta, ma spreca. Con lui in attacco, la musica cambia.
Bentancur
5: Viene
messo in campo all’ultimo, al posto di Dybala infortunato, ma, evidentemente,
non si era preparato al meglio, perché vaga per il campo in cerca di una posizione
che non trova mai. Disperso.
Bernardeschi
6.5: Anche lui, nel primo tempo, è assente ingiustificato, mentre
nella ripresa si accende improvvisamente andando due volte vicino al gol e
portando scompiglio nella difesa avversaria.
In questi casi, da lui, ci si aspetta maggiore continuità. A sprazzi. Dall’84’ Caceres SV: Giusto il tempo di
fare fallo su Kean.
Mandzukic
6: Si
guadagna la sufficienza per l’assist intelligente nell’azione del gol di Kean, perché
fino ad allora si era visto, ancora una volta, un giocatore assente e svogliato,
inspiegabilmente titolare. Raccomandato.
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