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Amsterdam, la Juventus in formato Champions porta a casa un buon risultato, ma non
si dimostra molto diversa da quella vista a Madrid contro l’Atletico. Stavolta,
però, aveva di fronte una squadra sbarazzina, poco avvezza al tatticismo esasperato
di Simeone, molto più portata al gioco d’attacco e meno alla fase
difensiva. L’1-1 maturato in questa andata dei quarti di finale, ha messo in evidenza quelli che sono i limiti della
Juventus, già visti e rivisti, tra sufficienza e poca concentrazione, ma fa ben
sperare per il ritorno, a Torino. Cristiano Ronaldo si conferma il miglior
cecchino delle fasi a eliminazione diretta, ma soprattutto ha mantenuto la
promessa fatta all'indomani dell’infortunio patito con il Portogallo. È sceso
in campo e ha guidato la squadra, arrabbiandosi anche spesso, a causa del poco
coraggio dei compagni. Allegri, come ormai consuetudine, sbaglia la formazione
iniziale, insistendo in maniera ottusa su Mandzukic, vero uomo in meno ieri
sera, ma poi è riuscito a leggere bene la partita, andando vicinissimo alla vittoria
finale… ma forse sarebbe stato troppo.
LE
PAGELLE:
Szczesny
6:
Attento nel primo tempo, compie anche un paio di parate importanti, ma si fa
sorprendere nell’occasione del pareggio dell’Ajax, partendo in ritardo sul tiro
di Neres.
Cancelo
5.5: Una partita divisa tra discese devastanti e amnesie preoccupanti.
È suo il perfetto cross per Ronaldo, nell’occasione del vantaggio bianconero,
ma è anche suo il pessimo controllo che porta al pareggio dell’Ajax. Un
continuo sali e scendi.
Bonucci
6.5: Con un Pjanic non proprio al massimo, l’azione juventina parte
quasi sempre dai suoi piedi e, spesso, i suoi lanci tagliano la difesa degli
olandesi come il burro. Ottima anche l’intesa con Rugani dietro.
Rugani
7: Buttato
in campo per l’assenza di Chiellini, gioca forse la sua miglior partita con la
Juventus. Attento, deciso e, stavolta, poco falloso, si dimostra una sicurezza,
districando un paio di pericolose situazioni in area di rigore.
Alex
Sandro 6.5: Ad Amsterdam si è avuta l’ennesima dimostrazione di
come, per vedere il vero Alex Sandro, bisogna attendere la partite di Champions.
Quest’anno, evidentemente, il brasiliano ha deciso di snobbare il campionato,
perché anche ieri ha giocato con determinazione, arando la sua fascia di
competenza, sia in avanti che dietro.
Bentancur
7: Insieme
a Rugani è stato il migliore in campo. Finalmente si è rivisto il giocatore
elegante, veloce e intelligente che ci ha fatto innamorare. Si meritava anche il
calcio di rigore che, invece, arbitro e Var gli hanno, inspiegabilmente,
negato.
Pjanic
6.5: Non è il Pjanic visto nelle ultime uscite, soprattutto a causa
della pressione costante che subisce dai giocatori dell’Ajax, ma quando trova
spazio può gestire con classe e precisione ogni palla. Pensa più a giocare
davanti la difesa che a lanciare i compagni.
Matuidi
6.5: Solita generosità, sembra l’unico a riuscire ad andare dietro
agli indiavolati giocatori dell’Ajax, interpretando il solito ruolo da
pendolino, tra copertura in difesa e inserimenti in attacco. Dal 75’ Dybala SV: Ormai relegato a
panchinaro di lusso, è una Joya triste, ormai quasi persa.
Bernardeschi
6.5: Inizia a tutta birra, andando vicino al gol dopo pochi minuti,
ma piano piano va scemando, più sale l’intensità del match. Prova alcuni
strappi, ma mostra i suoi soliti limiti di dribblomane, perdendo tante
occasioni di giocare la palla. Dal 93’
Khedira SV: Si fa giusto in tempo a vederlo.
Mandzukic
5: Per
buona parte del match, lascia la Juventus in dieci uomini. Perde ogni duello aereo
in avanti e dietro è sempre una mina vagante. Inspiegabile come Allegri
continui a farlo giocare titolare. Dal
60’ Douglas Costa 6.5: Entra per spaccare la partita e sfruttare le
voragini difensive che, ogni tanto, si aprono nelle retrovie olandesi e va vicino
a diventare l’uomo della serata, colpendo un palo. Tanti sprint,
impressionanti, ma poi, troppo spesso, sbaglia la cosa più semplice.
Ronaldo
7: Aveva
puntato l’Ajax già all’indomani dell’infortunio in Nazionale e, ancora una
volta, ha confermato di essere il migliore. Non giocava da due settimane, ma si
è fatto trovare al posto giusto al momento giusto, per mettere a segno l’ennesima
rete ad Amsterdam, ormai sua vittima preferita dopo i cinque gol rifilati col
Real Madrid. Stimola i compagni, li sgrida e si dimostra leader in campo.
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