lunedì 23 maggio 2016

PADRONI DELL’ITALIA, MA L’EUROPA CI ASPETTA

Cinque scudetti, due Coppe Italia e tre Supercoppe Italiane: il rullino di marcia della Juventus degli ultimi cinque anni è impressionante, in pratica manca solo la terza Coppa Italia persa nell’era Conte, e peraltro in finale, contro il Napoli, poi i bianconeri hanno vinto tutto ciò che offriva l’Italia, perfino un Campionato cominciato a giocare con quasi due mesi di ritardo rispetto alle altre squadre.
Dopo la batosta dell’esperimento Del Neri, Agnelli, Marotta e Paratici hanno costruito una corazzata che, se puntellata questa estate con anche solo un paio di innesti (io dico Benatia e Pjanic), potrebbe trasformarsi in un’elegante e potente fuoriserie. Sabato sera, contro il Milan, i bianconeri hanno dato l’ennesima dimostrazione di una forza fuori dal comune (almeno qui in Italia), che trova origine in una mentalità europea che ancora molte altre formazioni italiane stentano a fare propria. Diciamolo, contro i rossoneri, la Juventus ha giocato molto al di sotto dei suoi standard, a tratti sembrava quella di inizio stagione, ma poi è arrivata la zampata di uno dei suoi tanti giovani gioielli: Alvaro Morato. A proposito, partirà o rimarrà? A me piacerebbe che rimanesse (insieme a Cuadrado) e che l’attacco non fosse neppure toccato dal mercato, ma ho il sentore che la prossima estate sarà, invece, molto calda. Come aspettarsi una sessione tranquilla, quando allenatori come Mourinho, Guardiola, Ancelotti e Conte cambieranno panchina?
Dopo l’ennesimo trionfo in terra nostrana, è ormai consolidato che la Juve è un top club, lo si era già visto l’anno scorso con la finale di Champions, ma sta di fatto che l’Europa ci sta ancora aspettando. Proprio oggi leggevo l’articolo di un amico scrittore (e juventino) che rimembrava i fatti del 2003, quando l’allora Milan di Shevchenko aveva la meglio sulla seconda Juve di Lippi, e da allora tutti noi siamo ancora in attesa della rivincita (ci accontenteremmo anche di un’altra squadra, non per forza dei rossoneri che a oggi la Champions neanche la giocano). Insomma, la Champions, la nostra vera ossessione, una Coppa maledetta persa sei volte e vinta due (una con 39 morti sugli spalti e una ai calci di rigore). Arriverà mai il giorno in cui potremo esultare dopo un 4-0? È innegabile, in questi casi si prende ciò che passa il convento, non si può fare troppo gli schizzinosi, ma il giorno in cui la Juventus vincerà questa Coppa dei Campioni come l’hanno vinta in passato il Milan, il Barcellona, il Bayern Monaco, perfino l’odiata Inter, allora sì che potremo liberarci di questo pesante fardello. Quanto dovremo aspettare ancora? Buffon parla di, massimo, un paio d’anni, e la strada intrapresa dalla società sembrerebbe dargli ragione, ma per noi la Coppa dalle grandi orecchie è come una bella donna per un uomo: non vedi l’ora di toccarla, di stringerla, di coccolarla, di baciarla! 

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